Dove si trova:
Il comune sardo di Belvì, in provincia di Nuoro, sorge sulle pendici del Gennargentu, massiccio il cui nome significa “porta d'argento”. Situato a 669 m s.l.m., sulla costa del monte Genna de Crobu, la sua principale risorsa è rappresentata dal patrimonio naturalistico. Il territorio di Belvì si stende su declivi montani di rocce frastagliate e boschi di noccioli, castagni, lecci e roveri. Particolarmente suggestiva è la Valle de S'Iscara, attraversata dall'omonimo rio, con frutteti e interessanti specie arboree. Nel territorio si conservano le antiche tombe sepolcrali dette “domus de Janas”, risalenti secondo gli storici al III millennio a.C. Il comune dà il nome a una delle tre barbagie, le regioni montuose del Gennargentu, detta appunto Barbagia di Belvì.
Cenni storici:
Numerosi sono i reperti storici rinvenuti a Belvì risalenti all'epoca prenuragica, come le “domus de Janas” e all'Età del Bronzo, dei nuragici, in particolare nei siti di Perda Dudda e Aradoni, per giungere a testimonianze dell'insediamento romano. Nel Medioevo e in età moderna la storia del paese è legata alla Barbagia di Belvì che appartenne prima al Giudicato d'Arborea, poi al regno aragonese, quindi a quello di Sardegna e Piemonte. Nel 1410 Belvì fu concesso in feudo a Giovanni Deiana e nel 1480 entrò a far parte del dominio di Ferdinando II d'Aragona. Fra XVIII e XIX secolo fu infine feudo del conte Don Salvatore Lostia. L'origine del nome Belvì è da ricercarsi, secondo alcune ipotesi, nel termine latino “belue”, “belve”, con cui i colonizzatori romani indicavano i popoli della Barbagia che compivano scorrerie e rifiutavano l'imposizione della “civitas”.
Cosa c’è da vedere a Belvì:
• Domus de Janas
• Museo di Scienze naturali
Eventi…
• Festa di S. Margherita, giugno
• Sagra delle ciliegie e delle “caschettes”, giugno
• Festa di S. Agostino, 28 agosto